IL COSTAIBLEA FILM FESTIVAL
È importante sottolineare l’importanza del “Costaiblea Film Festival”, primo festival del Sud Est della Sicilia (ben prima della fondazione del festival di Marzamemi e di tante altre manifestazioni cinematografiche della zona ragusana e siracusana), un festival che ha ospitato negli anni Maestri del cinema italiano come Gianni Amelio, Dario Argento, Liliana Cavani, Ettore Scola, Paolo e Vittorio Taviani, Vittorio De Seta, autori come il compianto Giuseppe Bertolucci, registi come Roberto Faenza, Mimmo Calopresti, Giuseppe Piccioni, Pasquale Scimeca, Antonietta De Lillo; attori come Maya Sansa, Fabrizio Gifuni, Lando Buzzanca, e le star internazionali Maria De Medeiros e Greta Scacchi.
Il festival ha sempre confermato la sua vocazione e le sue costanti: attenzione al cinema “giovane” o degli esordienti, omaggio al cinema di Maestri di varie generazioni, osservatorio sul cinema siciliano e in particolare su quello girato nella zona degli Iblei: il “Costaiblea” ha una sua precisa identità, una sua notorietà, gode di un rispetto nazionale e internazionale, ed ha contribuito alla nascita e allo sviluppo della cultura festivaliera siciliana. Il festival, nato nel 1991, si è legittimato nel territorio ibleo come una manifestazione riconosciuta e apprezzata per eventi realizzati e per personaggi invitati. Ventisette edizioni, un (quasi) ininterrotto supporto del Ministero Turismo e Spettacolo prima e dei Ministero dei Beni Culturali poi, un più recente finanziamento della Regione Siciliana, una collaborazione ormai radicata con la Cineteca Nazionale/Centro Sperimentale di Cinematografia, con l’Associazione Generale dello Spettacolo, con il Sindacato Critici Cinematografici; un rapporto comunque esistente (nonostante il progressivo prosciugamento dei fondi) con Comune e Provincia regionale di Ragusa, e ora il nuovo rapporto con il Comune di Scicli.
Il “Costaiblea Film Festival” conferma e affina le sue caratteristiche, continuando a costituire un riferimento importante per la cultura siciliana e nazionale. Il festival ha avuto un’intuizione importante: quella di capire che la zona degli Iblei (da cui il nome “Costaiblea”) è diventato negli anni non solo una location importante, ma anche un “luogo dell’anima”, di molto cinema e di molta televisione contemporanei: da Zampa ad Amelio, da Antonioni a Germi, dal compianto Emidio Greco al Commissario Montalbano. Tra i film più recenti girati nella zona iblea Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, e l’opera prima Italo, girato proprio a Scicli, dove il festival è nato.
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Dal lontano 1991, è passata molta acqua sotto i ponti; sono passati dal festival – come dicevamo - registi e attori importanti, dai Taviani ad Amelio, da Scola ad Argento, da Cavani a Tavarelli, da Maia Sansa a Maria de Medeiros, da Enrico Lo Verso a Greta Scacchi. Sono scomparsi alcuni amici e collaboratori del festival , come il poeta Emanuele Schembari, e Marcello Perracchio, il “dottor Pasquano” del Commissario Montalbano. Ormai la faccia tipica di Marcello si era identificata col personaggio televisivo – come è successo un po’ a tutta la “costa iblea”, diventata meta turistica per merito di Montalbano ma già importantissima come set cinematografico, da Zampa ad Amelio -, ma Perracchio era un attore bravo che proviene dal teatro: dalla Piccola Accademica di Ragusa al Teatro Stabile di Catania. Nel cinema aveva lavorato tra gli altri con Damiani (Pizza Connection), Di Robilant (Il giudice ragazzino), con Alessia Scarso nel noto al cinema ibleo Italo; e in un cammeo de La donna della luna di Vito Zagarrio (fondatore del festival), un film che aveva coinvolto molti attori locali. Più di recente Marcello era stato scoperto dalla televisione, come nel caso della fiction da Brancati Il bell’Antonio di Zaccaro; e naturalmente Montalbano.
Preziosa è stata la collaborazione con l’Università “Kore” di Enna, tramite l’appassionato lavoro del prof. Andrea Rabbito; e quest’anno la collaborazione con l’Università si allarga all’Università di Catania da un lato, e all’Ateneo di Roma Tre. Importante anche ricordare Giacomo Martini, storico operatore culturale italiano, che aggiunge l’apporto della “Distribuizone indipendente”.
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